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Macchine
per scrivere e calcolatrici
Smith Premier 10 - anno 1915 circa
Interventi riparativi minimali - restauro estetico Questa
pagina luglio 2015 - settembre 2016
![]() Un secolo e passa fa, il costruttore comunicava in maniera assolutamente moderna; il prodotto era rinomato ancorchè già leggermente superato per l'epoca (1910) e la pubblicità era anche chiaramente autoreferenziale. Il mercato era in piena espansione e la richiesta di macchine per scrivere stava salendo a livelli incredibili. Non si poteva ancora immaginare che all'orizzonte c'era una guerra mondiale, e anche la Smith Premier si vantava di vendere a volumi elevatissimi. Poi, dopo la grande guerra, le macchine a tastiera estesa scomparvero in un lampo e anche questa industria offrì modelli più moderni, anche se non riuscì più a ripetere questi "exploits" commerciali.
![]() All'arrivo in laboratorio la macchina appare, se non altro, intera e completa di tutti i meccanismi. La verniciatura è molto opacizzata ma le decalcomanie in oro sono bene conservate. Il rullo è indurito, la tastiera vistosamente ossidata, il sistema di giranastro completamente inoperativo, e altri problemi mi meccanica. Si inizia così il lavoro di smontaggio e di verifica delle parti che via via si rendono accessibili. ![]() Vista dall'alto. Notate la tastiera, cosiddetta "estesa"; vale a dire che i tasti sono separati per maiuscolo (in alto, tasti neri) e minuscolo (in basso, tasti bianchi e cromati). Ciò significa che il cestello riporta 88 fresature. Se da un lato evita di progettare e costruire un sistema di movimento del cestello oppure dell'intero carrello, dall'altra diventa un incubo per la saldatura dei caratteri e per la regolazione di tantissimi cinematici. ![]() Altra vista della tastiera. Si notano i danni del tempo e quelli derivanti da usura. La macchina ha certamente lavorato per moltissimi anni. ![]() Bellissime le decalcomanie dei costruttori, con caratteri seri ma graziati. ![]() Tra i tanti problemi da annotare e possibilmente risolvere, anche la mancanza della seconda bobina metallica portanastro. La bobina andrà ricostruita utilizzando altri tipi di bobine metalliche dell'epoca, tagliando , fresando e avvitando pezzettini e ricostruire un elemento simile a quello originale e perfettamente compatibile con la meccanica di avvolgimento e inversione. ![]() Si estrae il carrello e si può separate il gruppo delle guide fissa e mobile. Anche il leggio è separabile e vedremo se necessiterà di qualche piccolo ritocco di vernice. ![]() La macchina senza carrello. Il percorso del nastro comincia ad apparire e mostra un altro sistema piuttosto farraginoso e complicato. Molte di queste macchine procuravano moltissimi problemi nell'alimentazione e nello scorrimento del nastro, che aveva un percorso tortuoso e non lineare come fu poi finalmente inventato qualche lustro più tardi. ![]() Il nastro antico e rinsecchito e polverizzato. Per fortuna non ha un formato bizzarro, e un moderno 13 millimetri andrà bene. Esistevano anche nastri di altezza tra i 15 e i 22 millimetri, oggi introvabili e che rendono il restauro faticoso per la necessità di implementare modifiche possibilmente poco visibili. ![]() Con un po' di coraggio comincia lo smontaggio dei tasti. Essi poi andranno smontati uno per uno, ripuliti, disossidati, verniciati e/o lucidati uno a uno. Per alcuni sarà necessario anche ritoccare la stampa del cartoncino. Dove la copertuta di celluloide è andata consunta (le unghie delle dattilografe!) si sostituirà con plastiche trasparenti moderne. Il lavoro richiederà uno sproposito di ore ma sarà molto bello a vedersi alla fine. ![]() Particolare di uno stelo del cinematico. Volendo... si potrebbe anche smontare la placca superiore e poi da sotto estrarre anche tutti gli alberini. Per le Olivetti M20 è spesso necessario ma qui non ce ne sarà bisogno, fortunatamente. ![]() La macchina senza tasti. Più particolari esterni si riesce a togliere, meglio potrà essere fatto il lavaggio della meccanica. La tastiera è il sistema che teme di più i solventi e i lubrificanti necessari al lavaggio, In tal caso, dopo estrazione di alcuni feltri e qualche elemento in gomma, si potrà lavare la meccanica senza più patemi d'animo e poi lavorare finalmente sul pulito. ![]() Il logo del costruttore, ovviamente con una certa dose di orgoglio. ![]() La forcella sollevanastro è incernierata sotto alla vaschetta reggifoglio, in una maniera tale per cui il tecnico che dovesse sostituirla dovrebbe affrontare lo smontaggio di tutto il carrello. E' ovviamente una carenza progettuale che portò, pochi anni più tardi (direi verso la fine degli anni Venti) a introdurre la forcella sollevanastro estraibile dal fondo. Si nota anche il percorso del nastro inchiostrato, che deve fare una serie di pieghe incredibili. Ciò spiega anche come questa macchina avesse spesso problemi di inchiostrazione, a causa del nastro che si inceppava o aderiva agli elementi portanti rallentando o fermandosi del tutto. La manutenzione era necessaria e richiedeva pazienza e cure meticolose. ![]() Le leve dei martelletti portacaratteri. Sono tantissimi e vicinissimi. Di contro, i caratteri piccolissimi. Presumo che saldare questi caratteri sia di per sè un'impresa. ![]() Alcuni tasti del minuscolo smontati. Si nota ossidazione, bucatura della pellicola di celluloide, incrostazioni di sporco antichissimo. ![]() Però sono molto belli. ![]() E questi sono i tasti del maiuscolo. Stessi problemi, tranne che non sono cromati ma verniciati in nero anche nella parte metallica. ![]() Il cliente non ha voluto spendere cifre folli, quindi la verniciatura dei cerchietti metallici di copertura la si fa con mezzi economici. La finitura sarà apparentemente stupenda ma la macchina dovrà essere davvero usata per scrivere molto poco e raramente. Pena l'asportazione del leggero strato di vernice. L'opera di restauro è infatti più estetica che funzionale; la macchina dovrà comunque essere mantenuta in azione di tanto in tanto, regolarmente, per rimanere in stato di efficienza. ![]() Gli elementi di un singolo tasto sono molti e ognuno di essi va ripulito, disossidato e restaurato. ![]() Alla fine il tasto ridiventa bello e dall'aria "industriale". ![]() Quando finalmente li si rivede pronti da rimontare (e magari dopo settimane che sono stati estratti), la soddisfazione comincia a montare e si immagina un pochino quale potrà essere il risultato finale su tutta la macchina. ![]() E a prezzo di fatica, tagli sulle dita, prove e rifacimenti, ecco che la bobina ricostruita va la suo posto e si comporta come una bobina originale. E il cliente non potrà notare la differenza. ![]() Altra vista della lavorazione dei tasti. Lucidatura dei cerchietti metallici. ![]() A un bel momento, diciamo dopo che le parti di tastiera sono state sistemate, la bobina rifatta, un lavaggio parziale è stato eseguito e l'asciugatura si dimostra a buon punto, si può procedere a un paio di mani di vernice sulla scocca. ![]() La seconda mano sarà quella finale. ![]() I cerchietti ripuliti e lucidati al limite di sopportazione della cromatura. ![]() Rimontaggio dei tasti, da regolare in altezza e corretta posizione, uno per uno. ![]() Qualche lettera è stata rifatta con pennino e china, ma nel complesso la tastiera è venuta molto bene. ![]() Particolare della manopola destra con il comando della frizione del rullo. Non si può ripulire tutto perfettamente a meno che il cliente spenda molto di più solo per la rifinitura. ![]() I rullini premicarta superiori sono appiattiti, peggio di quelli inferiori che premono continuamente sul rullo. Questi vanno rifatti. ![]() Il lavaggio della carrozzeria non può essere fatto con detergenti moderni. Altrimenti si cancella la decalcomania e si opacizza la vernice. La lucidatura è l'operazione che per il tempo che richiede rivaleggia con il restauro della tastiera. ![]() A un certo punto non si resiste a far scrivere la macchina. ![]() La macchina è davvero ritornata a un livello estetico discreto, certamente piacevole alla vista. La meccanica non è certo un mostro di efficienza ma insomma l'obiettivo che il cliente aveva prefissato è raggiunto. ![]() CMC Artigiano - Cristiano Marino Casonati Riparazioni,
restauri
e assistenza di macchine ed apparecchi delle marche: Philips - HP Hewlett Packard - Brionvega - Sony I miei clienti preferiti Il professionista e l'imprenditore che intendono dare un tocco di prestigio nell'ufficio e desiderano restaurare una macchina antica che era del papà o del nonno in azienda molti anni fa; il collezionista che non resiste all'acquisto di quella macchina sulla bancarella, la piccola azienda artigiana che vuole rimettere in servizio una macchina meccanica per particolari esigenze tecniche, appassionati della meccanica e dell'ingegneria, nipoti che ritrovano in soffitta la macchinina del nonno. Giornalisti che sanno ancora scrivere con la macchina e non sopportano la freddezza del computer per un articolo che richiede ponderatezza e profondità. Ma anche nipoti alle prese con il vecchio giradischi o fonovaligia che ronza o non funziona più ma che si vuole riportare in vita. Dispiace buttar via una macchina che è stata parte della famiglia fin da quando il papà o il nonno l'ha comprata, vero? La mamma l'ha usata per la tesi di laurea ma il nipotino l'ha toccata e adesso non funziona più; ma forse è rimasta in cantina e si è ossidata; oppure il cagnacc... ehm, il caro Fido l'ha fatta cadere e adesso salta la lettera "A"; il disco di Gino Latilla su quel fonografo non si sente più e... altro ancora. Non buttare via la tua vecchia macchina o il caro giradischi prima di sapere se si può riparare ancora. Ma può valere ancora qualcosa? Ma può funzionare ancora? Si può riparare a un giusto prezzo? La risposta è: beh, proviamoci! Niente miracoli, niente promesse elettorali, niente soluzioni con cerotto e fil di ferro. Tanta professionalità, creatività, inventiva, ed esperienza al tuo servizio per soccorrere la tua macchina che ha visto giorni migliori e che tu vorresti rivedere nuovamente funzionante! Sono anche attivo su: ![]() ![]() ![]() copia questo indirizzo: cmcartigiano.tumblr.com Ringraziamenti ![]() Questa mia piccola "impresa" è dedicata a Tiziana (la mia metà) e a Vittoria (il mio piccolo "quarto"). Tutto quello che qui vedete è stato realizzato grazie al loro supporto. E il tutto, pensate, solamente con il mio rimanente "quarto"! |