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Bollettino di
appunti, osservazioni, notizie
Scrivere è una passione, ma
è anche una forma di pensiero. Come diceva Leonardo, la mano è l'organo
umano più direttamente collegato al suo cervello, naturalmente qualora
esistente e funzionante. In effetti per me è un vero e proprio
strumento di pensiero e riflessione e di comunicazione: sono infatti
una persona che non ama rapportarsi verbalmente e riesco meglio a
esporre le mie idee attraverso lo scritto. Aggiungiamo che impiegare il
computer e la macchina per scrivere rappresentano due modi
assolutamente differenti per scrivere e per fissare le proprie idee; è
ormai abbastanza acquisito il fatto che scrivere a macchina richieda
unlivello di pensiero più profondo mentre al computer è più facile e
utile fissare le idee allo stato nascente. Giornalisti e scrittori sono
concordi nell'affermare che la macchina per scrivere aggiunge qualità
allo scritto perché non esiste il copia-incolla, non si può tagliare
facilmente e per evitare di rifare continuamente la pagina occorre
riflettere di più durante la stesura. Hemingway scrisse per quaranta
volte l'ultima pagina di "Addio alle armi" perchè... non trovava le
parole giuste! Se avesse avuto il computer, probabilmente, sarebbe
ancora alla scrivania...
In questa pagina metterò giù scritti che mi càpita di produrre per "urgenze" mentali, per emozioni o per fissare qualcosa che mi colpisce e che potrebbe durare poco. Perlopiù di carattere professionale nel campo della macchina per scrivere ma non escludo di inserire anche brevi scritti riguardanti Vittoria o fatterelli insignificanti della mia vita. Come diceva Giovannino Guareschi, se uno legge fatti simili alle sue piccole disavventure familiari si immedesima e ritrova nei piccoli cataclismi del grande scrittore episodi di vita quotidiana di tutti, e quindi un piccolo dramma o un piccolo disastro diventano di categoria, anzichè personali ed esclusivi! E, così, è tutta un'altra cosa. Ciò sintetizza molto bene la capacità di comunicare del grande scrittore che ha lasciato un'impronta indelebile in tutto il mondo. * * * * *
Ricostruzione parti su Merz 3 Una macchina tedesca degli anni Trenta caratterizzata, come di consueto, da un progetto piuttosto sofisticato ed elegante ma realizzata, ahimè, durante anni duri di preguerra e guerra. La Germania aveva ottime risorse per l'approvvigionamento di materiali per le sue industrie ma, certamente, prima delle macchine per scrivere venivano le esigenze per munizioni, armi, cannoni, bombe volanti, razzi balistici e altre simili meraviglie tecnologiche che noi avremmo scoperto e sfruttato solo un paio di decine di anni più tardi. Naturale, quindi, che sulle macchine di industrie minori l'acciaio fosse meno presente, come appunto succedeva con Olivetti e altre marche minori in Italia. La Merz 3 presenta oggi un problema gravissimo di disintegrazione del supporto delle leve di primo grado, quelle che supportano i tasti e azionano i tiranti dei martelletti. Esso è infatti realizzato in zama, una pessima lega metallica formata da zinco, alluminio e manganese. La zama è un composto largamente utilizzato in industria nel Novecento perchè possiede, teoricamente, ottime caratteristiche di durezza e malleabilità, contemporaneamente. Però se realizzato male non sopporta il trascorrere del tempo e letteralmente si distrugge spontaneamente. La presenza di olio lubrificante non fa altro che accelerare il processo e in una macchina per scrivere l'olio è spesso presente e anzi aggiunto durante gli interventi di manutenzione. La macchina che sto restaurando lentamente è una vera sfida e per quanto ne so pochissimi al mondo hanno avuto per questo problema soluzioni tecnicamente valide. Ho visto che su un esemplare identico un tecnico ha pensato di ricostruire il supporto in plastica, con questo trovando una certa facilità di lavorazione. Dal canto mio, dopo un lungo periodo di ricerca e studio, sono passato alla fase sperimentale impiegando alcune mie personali tecniche e metodologie che ho sviluppato anni fa quando progettavo e costruivo i miei piccoli razzi con sospensione cardanica per il motore. Quindi sto realizzando il secondo STA (static test article, nel gergo missilistico) che simulerà esattamente il pezzo in zama originario. Un telaio composto da elementi di supporto e ordinare, tutti in vetronite, che supporteranno l'albero in acciaio originale sul quale devono entrare, esattamente nell'ordine originario, le 44 leve primarie dei cinematici. Questo STA probabilmente mi esplicherà problematiche e imprevisti vari che suggeriranno modifiche che potranno essere implementate su un nuovo pezzo che finalmente farà lavorare nuovamente la macchina. Come potete immaginare, si tratta di un lavoro che richiede molto tempo e la cui lavorazione è distribuita nei tempi morti... qualora ve ne fossero. Credo che sia interessante vedere alcune foto della lavorazione in corso. Le leve primarie , visto che sono giù, vengono ripulite e fondo e lucidate. Mi daranno meno problemi nel rimontaggio e ovviamente potrò lavorare sul pulito nelle fasi delicatissime dell'attacco delle molle e dei tiranti. Il telaio di supporto delle leve primarie. Tutto realizzato in vetronite e irrigidito con un paio di alberini in carbonio, è diventato rigido e resistente, certamente comparabile con l'alluminio. Le ordinate sono in numero minore all'originale per semplicità costruttiva ma nulla mi impedirebbe, su un secondo esemplare, di inserirle tutte e 43. Certo, il lavoro sarebbe ancora più lungo ma richiederebbe meno spessori e meno rondelle. Tra parentesi, anche una moltitudine di spessori è realizzata a mano in vetronite da 0,8 mm. Test di inserimento di alcune leve primarie. L'alberino si trova esattamente nella posizione originaria. Sulla sinistra si nota l'elemento originario in zama, visibilmente spezzato in undici punti e pronto a rompersi in altri. La
pasta lucidante è ormai un vero attrezzo. La pulizia delle leve è
necessaria per avere un movimento delle leve con il minor attrito
possibile.
Sono anche attivo su: copia questo indirizzo: cmcartigiano.tumblr.com Questa mia piccola "impresa" è dedicata a Tiziana (la mia metà) e a Vittoria (il mio piccolo "quarto"). Tutto quello che qui vedete è stato realizzato grazie al loro supporto. E il tutto, pensate, solamente con il mio rimanente "quarto"! |