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RIPARAZIONI e RESTAURI - macchine per scrivere storiche o famose REMINGTON STUDIO NOISELESS - Anno 1940 circa Interventi riparativi - restauro leggero Una macchina per scrivere stupenda, caratterizzata da un cinematico studiato per minimizzare il rumore della battuta La
Noiseless della casa americana Remington contraddistingue un'intera
famiglia di macchine pensate e
realizzate per l'utente che deve lavorare di notte o comunque arrecare
il meno disturbo possibile agli altri. Già negli anni Trenta la grande
casa statunitense pose sul mercato la sua prima portatile dotata di
leve portacaratteri dal movimento lento, che non colpivano il rullo
bensì vi ci si appoggiavano esercitando una pressione maggiore e
prolungata nel tempo (si parla sempre di centesimi di secondo, ma il
fatto è che in questi meccanismi innovativi il tempo di battuta era
notevolmente maggiore rispetto agli altri di tutte le case
concorrenti). Ciò permetteva una buona impressione del carattere sulla
carta e una drastica riduzione del rumore di battuta. Naturalmente non
è possibile pensare di eliminare del tutto il ticchettio, nè di
ottenere una scrittura perfetta se non ci si esercita nell'uso di
queste macchine, poichè anche il dattilografo deve metterci del suo e
adattarsi a un modo di battere i tasti piuttosto diverso dal solito.
L'utente doveva, infatti, abituarsi a imprimere maggior forza sui tasti
anche se, contrariamente a quanto si consigliava con le altre macchine,
ciò non doveva preoccupare di provocare una scrittura "spazzolata".
Infatti il cinematico della Noiseless permetteva, o meglio,
costringeva, a scrivere con una
battuta più pesante... e faceva talvolta rimpiangere le comuni macchine
di altre case. Ovviamente chi acquistava una di queste macchine non lo
faceva per scrivere senza fatica ma piuttosto per divulgare di sè
un'immagine di stile, eleganza, professionalità, prestigio e insomma,
tutto un diverso modo di essere e di pensare.
Non si tratta però di un'invenzione perfetta, tanto che il successo di tali macchine non fu eccezionale; ciò fu anche dovuto, forse, al fatto che questo particolare cinematico richiedeva molta manutenzione, nastri sempre freschi e gomme del rullo e rullini in perfetta efficienza. Queste macchine, infatti, risentono moltissimo del passare del tempo e quando le si prende in mano dopo alcuni decenni si notano moltissimi problemi di scrittura. Il rullo invecchiato, il nastro rinsecchito e l'accumulo di polvere e ossidazione nella meccanica rendono la scrittura del tutto inaccettabile. Dunque rimettere in sesto una di queste macchine diventa essenzialmente un lavoro di messa a punto molto precisa. Non è sempre possibile portare a termine un compito così delicato se il cliente non vuole investire molti soldi (tutto dipende da quante ore intende pagare) ma possiamo migliorare la macchina in termini di scrittura ed estetica con una ventina di ore di lavoro. Se il cliente è venuto in possesso di una macchina come questa e se ne è innamorato e vuole rivivere, appunto, stile, eleganza, prestigio, allora vorrà anche investire nel suo restauro. Questo esemplare, che ho da poco restaurato a un livello medio, è dei primi anni Quaranta. Si nota l'arrivo di materie plastiche dalle bizzarre abitudini fisiche, diciamo progenitrici della volgare plastica che negli anni Settanta invase il mondo delle "Typewriters" economiche. Ma non si tratta già di una macchina economica, tutt'altro: la Noiseless era sinonimo di eleganza, signorilità, prestigio e veniva associata a scrittori, giornalisti e lavoratori indefessi che impiegavano anche le ore notture per il lavoro manageriale. Tra non molto, comunque, metterò sul mio sito una nuova pagina dedicata a una altra Remington Noiseless, una stupenda portatile degli anni Trenta, che sto sistemando pianino. Si noteranno, allora, molte similitudini ma anche un profondo sviluppo della tecnologia. Come sempre metto giù una serie di fotografie scattate durante le lavorazioni. Anche in questo caso potrete ammirare elementi meccanici stupendi. ![]() La macchina si presentava in discrete condizioni estetiche; tuttavia saltava all'occhio la deformazione del copribobina sinistro, realizzato in una plastica che si è poi rivelata oltremodo intrattabile. La deformazione doveva essere prodotta, molto probabilmente, dal calore di una stufetta, o di un'altra superficie molto calda sulla quale è stato dimenticato l'elemento durante il cambio del nastro. ![]() Estratti i copribobine, si nota il nastro in cotone blu e rosso. Una vera sciccheria, segno di eleganza e vetustà al contempo. Da molti decenni i nastri blu-rosso non vengono più prodotti... ma ormai siamo agli sgoccioli con qualunque altro tipo di nastro. Se avete in casa una macchina per scrivere antica e ancora non vi siete decisi a farla sistemare sappiate che attendere ancora vi fa rischiare di perderla per mancanza di nastri dattilografici. Meglio intervenire il più presto possibile e poi conservare la macchina con tanta cura. ![]() I segni del tempo sono evidenti sul piedino di gomma, letteralmente appiattito dal peso. Alcuni tipi di gomma, dopo alcuni decenni, diventano duri e tendono a sbriciolarsi, mentre altri diventano sempre più gommosi fino a sfiorare lo stato semiliquido. Si nota anche il tirante del carrello, del tutto fuori dal tamburo della granmolla e anche, stranamente, annodato proprio a metà. Ovviamente dentro al tamburo della granmolla troveremo un piccolo disastro da scarica improvvisa della molla d'acciaio. ![]() Il copribobina è fatto in una materia plastica apparentemente modernissima ma fisicamente piuttosto bizzarra. Il primo istinto sarebbe quello di provare a renderlo, mediante riscaldamento, più molle e tentare di appiattirlo. E' un tentativo che, ovviamente effettuato con una certa prudenza, non andrà a buon fine. Questa plastica diventa sempre più cattiva al riscaldamento e tende a ritirarsi anzichè ammorbidirsi; quindi si passerà al piano B, che tratta della ricostruzione con materiali moderni. Il vantaggio di questa seconda soluzione è che gli elementi originali non saranno toccati e rimarranno originali conservati per futura memoria. ![]() Evidente la differenza nello stato di conservazione dei copribobina. ![]() Con elementi di plastiche moderne realizzo una coppia di copribobina compatibili... anche se esteticamente meno accettabili. Lo scopo è comunque quello di consentire, nella visione di insieme della macchina, un'apparenza di "normalità". Questi fermabobina possono essere realizzati in moltissimi modi diversi però devono essere compatibili con il meccanismo di trascinamento del nastro Remington, che non è certamente intuitivo ma anzi preciso e caratteristico. ![]() L'interno del barilotto della granmolla. Il problema qui è il tratto finale della granmolla, che essendo di acciaio, deve essere cotto per diminuire la durezza, eliminando la tempra. Il metallo diventa, nel punto riscaldato, leggermente più tenero e meno soggetto a spezzarsi. In questo caso, però, diventa un problema perchè il primo giro della granmolla deve stringersi attorno al perno per consentire l'aggancio sicuro. Al momento della rottura del tirante la granmolla si è istantaneamente scaricata e il primo giro attorno al perno ha ricevuto una botta fortissima. Bisogna rifare il lavoro di aggancio, ricuocendo l'acciaio e procedendo a rinnovare il primo giro del nastro d'acciaio. Non facile, ma si può fare, se si ha questa esperienza. Chi tenti di fare da sè in casa questa lavorazione è destinato a trovarsi una brutta gatta da pelare e peggiorare il problema. ![]() I caratteri e le leve della Noiseless sono caratteristici. Bellissimi da vedere e anche da ammirare durante la scrittura (vedi ultime foto di questa pagina). ![]() La macchina senza carrozzeria e senza rullo e rullini. Si nota ancora il tirante da sotto il telaio. ![]() Interessante è il blocco del telaio poggiamartelletti, caratteristico di questa macchinina. ![]() La Remington Noiseless Studio è stata una macchina molto elegante. La costruzione, secondo gli standard americani, è davvero eccellente. ![]() Sotto il rullo di gomma vi sono i rullini premicarta. Siccome sono stati fermi per decenni a contatto con il rullo, presentano appiattimenti che rendono quasi impossibile l'introduzione della carta. Anche in questo caso, come ogni tanto càpita sulle macchine antiche, sarà necessario ricoprire i rullini dopo averli circolarizzati tramite fresatura. Questa operazione è delicata ma rende meno doveroso il rifare da zero i rullini con resine moderne. Cosa che, comunque, è ormai possibile fare, almeno per me, con le tecniche che sto da qualche tempo sviluppando. ![]() Si notano gli appiattimenti dei rullini premicarta. Intanto procediamo, con le spazzoline d'acciaio, a rimuovere ossidazioni e incrostazioni dagli alberini. ![]() L'alberino dei rullini viene montato sulla fresa 3D che in questo caso lavorerà solo su due assi. Abbasseremo il diametro dei rullini fino a renderli perfettamente circolari. Poi si ricopriranno con guaina termorestringente. Lo scopo è assicurare nuovamente, al rimontaggio, il perfetto inserimento del foglio di carta. In questo caso l'errore ammesso è di circa un paio di decimi di millimetro e posso fresare senza troppa preoccupazione. ![]() Prime prove di fresatura, tanto per capire quanto la fresa sia in grado di intaccare correttamente la gomma indurita. ![]() La mia fresina per modellismo da qualche tempo lavora per ricostruire rullini premicarta. Da queste esperienze sta nascendo una nuova macchina che servirà, molto più versatile e dedicata, a tornire e fresare rulli e rullini. Ma senza essere ingombrante quanto un tornio. ![]() Sulla macchina, in corso di rimontaggio, si monta un nastro in nylon nero-rosso. ![]() La prima vista d'insieme della macchina a buon punto di lavorazione. Si comincia a pensare all'emozione della scrittura. ![]() I copribobina di ricostruzione artigianale, visti montati nella macchina, non danno più l'impressione di essere troppo estranei. Questo era il mio obiettivo principale. ![]() I rullini premicarta inferiori anteriori fresati. ![]() I rullini premicarta una volta ricoperti in guaina termorestringente. Poi passeranno nuovamente sotto la fresa per la rifinitura. ![]() La prima prova di scrittura. ![]() La seconda, o la terza... e si comincia a vedere una scrittura decente. Questa macchina è dotata di un carattere maiuscoletto, quindi non ci sono differenze tra maiuscolo e minuscolo, una stranezza che serviva però per utenti che dovevano scrivere brevi testi su etichette o formulari con grandissimi volumi ed essere estremamente leggibili e chiari. Probabilmente una macchina destinata a un ufficio postale o qualcosa di simile. O anche di ambito bancario, chissà. E' bello immaginare come venisse usata una macchina antica: più essa è strana e caratteristica e più si può far lavorare la fantasia. Certamente la persona che possedeva questa macchina è scomparsa da tanto tempo ma la sua macchina è ancora qui che parla con una voce assolutamente non convenzionale. ![]() Vista del cestello e delle leve che imprimono pressione ai deflettori. ![]() Bellissima scrittura, con alcune "grazie", molto visibile quelle sul carattere "C". ![]() La macchinina rimontata scrive quasi perfettamente, quasi come una volta. ![]() Altra vista dei caratteri poggiati sul cuscinetto poggiamartelletti. ![]() La scrittura in rosso è forse più elegante. ![]() Attenzione: parte la leva per la battuta. In realtà la leva non sarà velocissima ma eserciterà maggior forza sul rullo. ![]() La leva sta compiendo il viaggio e allontanandosi dal cuscinetto rende visibile il braccetto del pantografo che la porta a descrivere una traiettoria meno circolare del cinematico normale delle altre macchine. ![]() Il carattere sta ruotando leggermente e toccherà la carta perfettamente allineato. Pare normale, ma su questa macchina non è per nulla scontato. Questa macchina richiede molta cura e molta manutenzione, se usata intensamente. ![]() Il carattere sta impattando sul rullo. Il carrello intanto ha già compiuto lo scatto e si è spostato visibilmente. Questa pagina: aprile 2015 Copyright CMC Artigiano ![]() |
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Philips - Brother - HP Hewlett Packard - Sony I miei clienti preferiti Professionisti, piccoli imprenditori, collezionisti, piccole aziende artigiane, appassionati della meccanica, famiglie che possiedono una macchina per scrivere o una calcolatrice con qualche problema. Ma anche tapini alle prese con computer bloccati, influenzati da virus, con dimenticanze di dati. Dispiace buttar via una macchina che è stata parte della famiglia fin da quando il papà o il nonno l'ha comprata, vero? La mamma l'ha usata per la tesi di laurea, il nipotino l'ha toccata e adesso non funziona più, è rimasta in cantina e si è ossidata, il cagnacc... ehm, il caro Fido l'ha fatta cadere e adesso salta la lettera "A"; Non buttare via la tua vecchia macchina prima di sapere se si può riparare ancora. Ma può valere ancora qualcosa? Ma può funzionare ancora? Si può riparare a un giusto prezzo? La risposta è: beh, proviamoci! Niente miracoli, niente promesse elettorali, niente soluzioni con cerotto e fil di ferro. Tanta professionalità, creatività, inventiva, ed esperienza al tuo servizio per soccorrere la tua macchina che ha visto giorni migliori e che tu vorresti rivedere nuovamente funzionante! |
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![]() disegno di Osvaldo
Cavandoli
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C.M.C.
Artigiano
di Cristiano Marino Casonati Laboratorio in Milano, via G. Washington 72 RIPARAZIONI, VALUTAZIONI, RESTAURI Macchine per scrivere meccaniche, eletriche ed elettroniche Calcolatrici meccaniche ed elettroniche, computer, stampanti, fax Dittafoni, registratori, radio, giradischi, piccoli elettrodomestici Contatti: Cel. 3397458418 - 3881981229 e-mail: criscaso@libero.it Partita IVA 08567600963 - Questo sito: copyright CMC Artigiano - 2014 |