La MP1 è una portatile ancora piuttosto diffusa. Molte persone la custodiscono con amore ma qualche volta il felice possessore, ahimè, muore... e i nipotini sono lesti nel chiamare qualcuno per liberare il locale del simpatico vecchietto. Così capita di trovare una macchina in un mercatino. Non è raro che l'astuccio della ICO si presenti in cattive condizioni. Era fatto in legno ricoperto di carta nera ed era piuttosto fragile. Questo esemplare era privo della struttura metallica di aggancio del piatto di supporto della macchina ed era così impossibile mantenere chiusa la custodia. Molte volte mi è capitato di vedere macchinine portatili chiuse con lo spago ma in questo caso valeva la pena tentare un intervento di ricostruzione.

Mi piace fotografare gli interventi di riparazione che eseguo sulle macchine più belle, specialmente se sono anche storiche. Alcuni clienti poi sono orgogliosi di sapere qualcosa di più sulla loro macchina... e qualche volta per far loro capire a fondo le difficoltà di una riparazione mostro loro le immagini che ho scattato durante il lavoro. In questo modo si appassionano di più e comprendono meglio quanto questo antico mestiere sia denso di creatività e precisione.

Il battente è sparito. Il materiale ligneo che lo manteneva fissato è stato asportato. La riparazione richiede la costruzione di un nuovo battente, più largo, che realizzato in alluminio sarà fissato mediante adesivi e viti a zone del fondo più ampie.

La meccanica della serratura è funzionante. Anche qui manca qualche pezzetto della struttura ma non è un danno critico.

Ia parte fissa della serratura viene realizzata a partire da un pezzetto di profilato di alluminio. La fresatura per l'ingresso del dente mobile è realizzata dapprima mediante trapanino e perfezionata con limette, molto lentamente per arrivare a una precisione sufficientemente elevata. L'elemento viene quindi dapprima fissato nel punto preciso e dopo la presa degli adesivi si procederà a praticare i fori per le viti. Una volta che anche le viti saranno fissate in sede, l'elemento nuovo sarà robusto come e più di quello originale.

Le vitine vengono inserite inferiormente e fissate mediante dadi. La parte di vite sporgente sarà poi fresata perché non sporga.

La macchina può essere ribaltata perché è incernierata sul fondo di legno. Una soluzione tecnica all'epoca all'avanguardia che permette una manutenzione più accurata.

A lavoro ultimato la precisione è perfetta e l'estetica nemmeno tanto disturbata.

Come si può notare, i dadini delle viti aggiunte arrivano molto vicini alla carrozzeria. Ma niente paura, le viti non graffiano le dita e non danno alcun pericolo.

Una volta che le viti inferiori sono state fresate la macchina rimane agganciata senza alcun problema. L'elemento aggiuntivo denota l'artigianalità della soluzione ma è anche esteticamente più accettabile di un buco nell'astucio e comunque rende sicura la chiusura.

Il dente aggancia la fresatura esattamente come nell'elemento originale. In certi casi la precisione è indispensabile, se vogliamo riottenere una certa affidabilità. Tutto è comunque nelle mani dell'utente, felice possessore della macchina in questione, che accetta di buon grado un costo di riparazione leggermente più alto che mi onora di uno studio e di un impegno notevole.

Se il lavoro è preciso la soddisfazione di notare che l'antico meccanismo degli anni Trenta da d'accordo con la mia piccola invenzione meccanica del 2013 è grandissima.