RIPARAZIONI e RESTAURI - macchine per scrivere
famose
OLIVETTI MP1 - ICO
Interventi riparativi 2 - Riparazione del gruppo dello scatto
(scappamento)
La
MP1 è una portatile ancora piuttosto diffusa. Molte persone la
custodiscono con amore ma qualche volta il felice possessore, ahimè,
muore... e i nipotini sono lesti nel chiamare qualcuno per liberare il
locale del simpatico vecchietto. Così capita di trovare una macchina in
un mercatino. Questo esemplare è di proprietà del figlio di un luminare
milanese della medicina radiologica e mio papà gliela assisteva fin
dagli anni Sessanta e anch'io ho avuto l'occasione di averla in mano
svariate volte per manutenzione ordinaria. Un bel giorno, però, il
gentile dottor C. si presentò nel mio laboratorio con la sua macchinina
che denunciava un danno grave. A seguito di un urto o di una caduta,
probabilmente cagionata da un operatore della pulizia nei locali, il
carrello della ICO non stava più fermo e scappava decisamente tutto a
sinistra. La diagnosi fu molto semplice e veloce, si trattava
certamente della rottura di uno dei denti dello scatto.
Come
ho già detto i altre pagine, la ICO MP1 è stata progettata e realizzata
in tempi duri, negli anni Trenta. In Italia l'autarchia imposta dal
governo fascista per limitare i danni che le altre nazioni ci
infliggevano a causa delle nostre leggi razziste e per i nostri modi
piuttosto inurbani con altri paesi (la costruzione dell'Impero Fascista
era una specie di barzelletta ma produceva seri fastidi e sgarbi
piuttosto incomprensibili che al popolo italiano venivano dipinti come
"conquiste" e come "soluzioni onorevoli"). Come è possibile immaginare
e ricordare, i metalli pregiati che potevano servire per l'industria
bellica non erano più disponibili per altri tipi di industria, compresa
quella meccanografica. Olivetti, così, doveva produrre macchine per
scrivere che, se da un lato potevano presentare soluzioni meccaniche
all'avanguardia, risentivano della costruzione con metalli inadeguati.
L'acciaio necessario per alcune parti meccaniche che devono unire
precisione e durezza, specialmente per i denti dello scappamento, era
semplicemente indisponibile... quindi il dente dello scappamento era
realizzato con acciaio "povero" o addiritura troppo duro per l'unione
con leghe non consigliabili e quindi soggetto a spezzarsi facilmente.
Il
gruppo dello scatto consiste di un dente fisso (quello formato dalla
piastrina e con la punta molata) e uno mobile (quello sottostante,
montato su un perno che ne consente una certa rotazione). Il dente
mobile, spezzato, va ricostruito (oppure, ovviamente, sostituito, se
fosse facile reperirne il ricambio!). Occorre quindi smontare il perno
su cui è fissato mediante ribaditura. Poi sarà necessario un lungo
lavoro di registrazione, ma il problema è rifare un dente esattamente
della stessa foggia di quello originale: mancando la punta del dente,
per rifarlo bisogna per forza eccedere leggermente e poi limare a forza
di prove e riprove successive.
A
sinistra il dente originale, estratto dal perno, e a destra l'elemento
in corso di lavorazione realizzato in acciaio dolce. Questo dente però
è quello che nonostante tutte le prove e tutte le rifiniture si è
rivelato inadatto a funzionare correttamente ed è stato così giocoforza
procedere a farne un altro.Notare come la punta del dente nuovo sia
stato leggermente curvato e limato cercando di imitare il più possibile
l'elemento originale.
La
torretta del gruppo dello scatto è fissta nel telaio inferiore. Il
piccolo castelletto ruota attorno a un asse orizzontale, facendo sì che
denti fisso e mobile, alternativamente, fermino la ruota dello
scatto, l'elemento vincolato al carrello mediante una cremagliera.
La
ICO era una macchina portatile molto elegante per l'epoca. Olivetti già
negli anni Trenta aveva una cura particolare per il design; ma anche
alcune scelte progettuali e tecniche erano all'avanguardia nel mondo.
Peccato solamente che a livello di precisione meccanica, Olivetti non
era ala pari con altre grandi case, specialmente con Adler e Triumph,
Olympia, Remington. Ma quelle erano industrie molto più grandi di
Olivetti. In particolare, è notevole notare come le macchine per
scrivere della stessa epoca prodotte in Germania (Adler e Triumph ma
anche Olympia) fossero costruite per durare decenni e possedevano
meccaniche di precisione inaudita per gli standard italiani. Nonostante
la Germania fosse impegnata in uno sforzo bellico senza pari e lottasse
contro praticamente tutto il mondo.
In
alto il primo dente rifatto, che non ha funzionato come doveva. Quindi
in basso il perno registrabile, il dente originale spezzato e
l'elemento in ferro che sta lentamente avvicinandosi per mezo di
fresature e limature, alla forma possibilmente più precisa possibile.
Il foro per il perno è già pronto e per l'altro foro, quello che
supporterà un piccolo perno per la molla di richiamo, è stato
predisposto per bulinatura.
Il
dente rifatto per la seconda volta è fissato al perno e montato sul
castelletto mobile. Questo è uno dei tantissimi momenti di regolazione.
Se il dente è troppo lungo si bloccherà contro la ruota ma se è troppo
corto siamo nei guai. Quindi ogni prova va effettuata dapprima a
occhio, ma a un certo punto occorre montare il castelletto al telaio e
provare a scrivere. E poi smontare per limare. Un'operazione che
potrebbe essere rifatta svariate volte di seguito. A un bel momento,
però, si "sente" la macchina come tosire, come zoppicare, e dopo ancora
un piccolo intervento riprendere a scrivere correttamente, con un passo
per ogni battuta. In questo preciso momento si ha davvero la sensazione
di riportare in vita un apparecchio che sembrava spacciato. A parte la
soddisfazione, lecita e meritata, è anche un momento emozionante.
Semplice vista posteriore del gruppo dello scatto completo.
Per la storia documento il dente rifatto per la seconda volta (qui è
ancora grezzo) con gli altri pezzi a cui andrà unito.
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