Questa pagina luglio 2015
La Smith Premier 10
è una macchina per scrivere di inizio del Novecento, piuttosto celebre
nel mondo ma poco conosciuta nel nostro paese. E' una macchina prodotta
in notevole numero di esemplari per diversi modelli. E' un vero e
proprio prodotto commerciale professionale per l'epoca, che ha avuto un
grande successo di vendita e si può trovare ancora in tante collezioni
mondiali e in parecchi musei. Ovviamente, essendo stata un successo
commerciale, significa che non è particolarmente rara e questo abbassa
il valore di mercato, cosa di cui parleremo più approfonditamente più
avanti su questa pagina e magari anche su un'altra pagina del mio sito,
prossimamente. Anche in questo caso, per valutare correttamente il
valore di questa macchina, occorre considerare innanzitutto lo stato di
conservazione e l'aspetto estetico. In secondo luogo apprezzeremo lo
stato della meccanica e la qualità della scrittura. Con questi
parametri in mente possiamo dire di una Smith Premier 10 in ottime
condizioni estetiche e buone condizioni meccaniche, scrivente
decentemente, che si tratti di un oggetto del valore intorno agli
ottocento Euro alla data di oggi (2015). Ma attenzione, un esemplare
conservato con cura, magari riportato in grandiose condizioni e
perfettamente funzionante potrebbe essere venduto anche a duemila. Il
problema, ovviamente, è far sì che macchina scintillante e compratore
bramoso e appassionato si incontrino: in tal caso, entrambi saranno
felici di concludere una simile transazione. Noi tecnici artigiani
restauratori dobbiamo descrivere e spiegare questi aspetti sia al
possessore della macchina sia al possibile acquirente. Il tecnico
restauratore deve, in prima istanza, avere in mano la macchina per
passarvi sopra alcune ore per eseguire un corretto esame tecnico e
redigere un piano di restauro e una corretta valutazione. Non è inutile
dire che oggigiorno si sentono "valutazioni" di macchine per scrivere
del tutto scollegate dalla realtà, solitamente verso il basso, causate
essenzialmente da incompetenza (specialmente in TV) e da scarsa
conoscenza storica. Negli Stati Uniti è in corso da una quindicina
d'anni una sorta di rinascita della macchina per scrivere meccanica,
con il fiorire di siti web di appassionati, forum e, anche, tecnici
restauratori che magari stanno imparando un antico mestiere ascoltando
i "vecchi" e documentandosi con antichi manuali. Nel nostro paese siamo
ancora indietro ma io sono qui anche per fare, da formichina, la mia
parte in questo affascinante settore.
Nel
2009 una Smith Premier 10, in discrete condizioni di conservazione, è
entrata nel mio laboratorio. Ecco alcune fasi della lavorazioneCome
sempre ogni immagine parla moltissimo ma non tutti possono notare molte
cose; quindi nelle didascalie spiego succintamente ma approfonditamente
quanto lavoro costi riparare e restaurare una macchina per scrivere.

Ecco
la macchina come si presentava all'arrivo in laboratorio. Niente male,
dopotutto; i segni del tempo si notano, certamente, e un secolo non può
passare senza lasciare ossidazione, opacizzazione e sollevamento della
vernice. I tasti dichiarano un uso intenso della macchina, naturalmente
per le vocali e per le consonanti pù impiegate nella scrittura. I tasti
sono stampati su dischi di cartoncino e ricoperti di celluloide, che in
molti casi è bucata dalle unghie... segno della presenza di una
dattilografa, chissà quanti decenni fa!
Però le decalcomanie con il marchio e il modello, sul telaio inferiore,
sono davvero conservate bene e ancora oggi suscitano l'orgoglio del
produttore, ancorchè estinto tanti decenni fa. E' interessante notare
come gli oggetti fatti bene passino per le ere del tempo e parlino di
persone e società che non ci sono più. Anche una antica macchina per
scrivere antica è una testimonianza di un'epoca antica.
Particolare della tastiera. I tasti sono semplicemente fissati a
pressione sulle colonnine che azionano il cinematico, una soluzione
all'epoca consueta ma dotata di una certa economicità di fabbricazione.
La placca di metallo è molto sporca e arrugginita e per fare un buon
lavoro sarà necessario estrarre tutti i tasti, scartavetrare con carta
media e poi fine e poi verniciare a spray per due o tre mani. Infine
passate di carta smeriglio fine e un paio di altre mani, leggere, di
vernice. I tasti vanno smontati singolarmente e ripuliti ad uno ad uno.
Parti del carrello una volta estratto dal telaio. Si notano, in alto,
la guida a sfere e il leggio con la scritta in oro, conservata quasi
miracolosamente in ottime condizioni.
Il posteriore del telaio reca una scritta in oro molto più danneggiata,
il che è abbastanza consueto poichè la macchina, durante i decenni del
suo impiego, può venire spostata, spinta contro un muro, sollevata,
capovolta dal tecnico, sottoposta a urti e sfregamenti, eccetera. Ma
qui si nota anche un'altra cosa importante: la mancanza di una bobina
raccogli nastro. Questa macchina recava le bobine del nastro in una
posizioni inconsueta, e ruotanti in senso contrario durante la
scrittura. Un meccanismo di inversione del nastro permette l'uso
continuo. Il nastro ha però un percorso assai tortuoso, che sottopone
la meccanica del sollevamento (forcella) e il nastro a fatica e consumo
notevoli. Il nastro in seta, nero, dichiara un uso economico...
significa che la scrittura in rosso, che la macchina permette, non era
considerata utile. La bobina mancante andrà ricostruita con lamierini o
modificando una simile. Vedremo più avanti, quando la macchina sarà a
buon punto.
Il telaio senza il carrello. La Smith Premier 10 è una macchina di
"transizione", potremmo dire. Pur essendo un prodotto altamente e
prettamente commerciale rivolto all'uso professionale in ufficio, è
ancora costruita secondo canoni ottocenteschi. Lo si nota nella
tastiera "estesa", vale a dire con tasti separati per maiuscole e
minuscole. Il cestello delle leve è fisso e non si sposta verticalmente
e il carrello, parimenti fisso, non permette l'uso di caratteri
unificati. Ciò però, se da un lato rende la meccanica più semplice, ne
costringe l'impiego di una serie di cinematici davvero numerosa.
Particolare della manopola destra, che reca il tasto della frizione.
Tutti i meccanismi tipici dell'interlinea sono a destra, poichè
all'epoca era considerato normale. Anche perchè le macchine
dell'Ottocento erano pesanti e difficili da usare e richiedevano anche
forza fisica. Era perciò naturale impiegare il braccio destro per le
funzioni che richiedevano uno sforzo notevole. Dagli anni Venti si è
cominciato a spostare la leva dell'interlinea sulla sinistra. Ciò
permetteva anche una maggiore velocità di scrittura.
Particolare del percorso nastro nella zona della forcella. Come si
nota, il nastro deve scorrere sotto il rullo e nella forcella deve fare
un percorso con svariati piegamenti.
I
rullini premicartarta sono deformati e la gomma è prossima alla
polverizzazione. Per un restauro economico si possono fresare per
renderli nuovamente circolari e poi si ricoprono con gomma tenera. Non
una soluzione perfetta ma esteticamente accettabile e funzionale. Se la
gomma si disintegra, allora è necessario utilizzare gomma nuova e
fresare a misura. Ogni scelta dipende, soprattutto, dall'entità
dell'investimento che il proprietario della macchina intende affrontare.
Bellissima
la scritta in oro. La casa produttrice dichiara anche che la macchina è
protetta da svariati brevetti USA ed esteri. Il rullo di gomma è
visibilmente intaccato dall'uso intenso.
Particolare delle leve. Ogni leva porta, saldato, un carattere singolo,
maiuscolo o minuscolo. La soluzione dei caratteri con maiuscolo e
minuscolo arriverà una decina di anni più tardi, intorno alla fine del
primo decennio del Novecento.
La placca della tastiera, pronta per la lavorazione di ripulitura e riverniciatura.
I tasti vengono estratti a uno a uno. La macchina è detta a "tastiera
estesa", vale a dire che possiede tasti per il maiuscolo, in alto e
verniciati in nero, e tasti per la scrittura in minuscolo, non
verniciati e cromati. Sarà dura rimettere in ordine la tastiera, ma
faremo un lavoro esteticamente accettabile. Un cliente che voglia una
tastiera come nuova deve permettersi la spesa della ricromatura dei
cerchietti e della verniciatura a forno.
Una vista della macchina prima della verniciatura. Ancora priva della mascheratura della meccanica.
Vista della tastiera prima dei lavori di restauro.
Alcuni
tasti della scrittura in minuscolo. Si nota la bucatura del
foglietto di celluloide per le lettere più usate. I cerchietti sono
ossidati. Ma tutto sommato c'è una condizione di buona conservazione.
Le lettere rovinate verranno ripristinate mediante piccole correzioni
con micropennello e china e poi ricoperte con acetato trasparente.
Altra vista dei tasti del minuscolo.
I cerchietti dei tasti del maiuscolo, dopo una ripulitura e una
lucidatura, vengono verniciati a spray di nero brillante. Se volessimo
fare le cose come in fabbrica, utilizzeremmo industrie specializzate
nella verniciatura a forno. Il risultato sarebbe più duraturo; ma ciò
che otterremo in questo caso non sarà molto lontano; semplicemente l'utente non dovrà
scrivere molto spesso. La macchina sarà più da "rappresentanza" che da dimostrazione.
In alto i tasti smontati; a destra i tasti da smontare; in basso i cerchietti metallici da ripulire.
Dopo una mascheratura della meccanica si procede a leggerissimi strati
di vernice spray. Stiamo eseguendo un restauro economico, secondo le
direttive del cliente: si può fare una lavorazione più accurata per
avere un risultato finale più duraturo ma il fine è di ottenere una
macchina funzionante ed esteticamente migliore di quando è entrata in
laboratorio.
Altra vista della macchina in corso di riverniciatura.
I tasti della scrittura in maiuscolo privi del cerchietto da riverniciare in nero lucido.
I tasti privati del cerchietto. La stampa su cartoncino è sempre
ingiallita e scurita dal tempo e la ricopertura di celluloide è spesso
crepata o bucata.
Ed ecco i tasti del maiuscolo, quelli neri e montati superiormente
nella tastiera, pronti da reinstallare. Bellissimi, sembrano nuovi.
Anche le stampe sono state trattate per una leggera pulizia.
Piccolo miracolo di ingegneria meccanica, di creatività e di inventiva
tipicamente artigiane! Una bobina nastro di un'altra macchina è stata
modificata mediante fresature e aggiunte di lamierini di alluminio, per
poter funzionare su questa macchina. Ora la macchina può trasportare
correttamente il nastro. Anche l'inversione automatica riprende a
funzionare.
Per il restauro, io mi fermo qui. Notare come la verniciatura non sia
stata fatta sulle zone dei marchi in oro, poichè la stupenda stampa
dell'epoca sarebbe rimasta cancellata. Una passata di olio leggerissimo
per pulire e per lucidare la verniciatura antica è il massimo che ci si
può permettere in queste zone. Dico sempre all'utente di NON pulire MAI
nè carrozzeria nè rullo di gomma con nessun prodotto, proprio per
evitare danni irreparabili.
La tastiera, con i tasti delle maiuscole verniciati in nero
superiormente e quelli cromati delle minuscole inferiormente, è davvero
bellissima nonostante il lavoro in economia. La macchina guadagna
moltissimo da una tastiera pulita e scintillante. Certo, non si può
pretendere di scrivere intensamente con una simile macchina poichè i
tasti si danneggerebbero in breve tempo. Ma l'importante è che
l'aspetto estetico sia stato ripristinato e il colpo d'occhio è
semplicemente stupendo. La Smith Premier è una macchina che ai tempi
nostri dà un tocco di prestigio, serietà e antichità al tempo stesso.
Dà una sensazione di concretezza, di lunga esperienza, eccetera. Nello
studio di un notaio, di un avvocato o di un architetto simboleggerebbe
certamente solidità e lunga esperienza di lavoro.
Prova di scrittura. Da una macchina di cento e passa anni (prodotta tra
il 1900 e il 1910 circa) una simile scrittura è davvero una sorta di
miracolo. La macchina per scrivere è realmente un miracolo dell'ingegno
umano e dell'ingegneria. Altre macchine, prodotte più tardi, non danno
questa atmosfera.